Ceci n'est pas un blog


Anche se ne ha tutto l'aspetto, questo non è un blog ma una raccolta di articoli di attualità musicale scritti da me tra il 1998 ed il 2000 e pubblicati su un giornalino locale.
All'articolo originale seguono le info sugli album tratte da Wikipedia.
Il blog è aggiornato all'11 settembre 2000 (giorno di consegna dell'ultimo articolo) e NON sarà mai più aggiornato.
Se ti piacciono le cose che hai letto qui, puoi trovarne delle altre sul mio nuovo blog musicale Alla ricerca del Vinile Perfetto oppure sulla pagina Facebook Vinile Istruzioni per l'Uso.

lunedì 2 novembre 1998

Unkle - Psyence Fiction - La Recensione



Proposte per una musica del nuovo millennio

SUONI FUTURIBILI, INCROCIO DI GENERI DIVERSI E OSPITI ILLUSTRI NEL NUOVO PROGETTO FIRMATO JAMES LAVELLE E DJ SHADOW.
Quando James Lavelle, giovanissimo fondatore e proprietario della casa discografica Mowax, ha deciso di dar vita al progetto UNKLE assieme a DJ Shadow, indiscusso protagonista della musica del "taglia e incolla", uno solo era il suo intento: realizzare il primo album del nuovo millennio. Ed anche se l'ambizione era piuttosto presuntuosa, Psyence Fiction, il frutto di questo lavoro, sembra dargli ragione.
Summa di tutto ciò che è stata la musica in questi ultimi anni e, allo stesso tempo, elaborazione e continuazione di essa, l'album introduce quella che probabilmente sarà la figura del musicista del duemila. Un musicista a cui non è richiesta qualsiasi abilità tecnica nel suonare uno strumento musicale, né una particolare conoscenza della teoria musicale.
Tutti i suoni di Psyence Fiction esistevano già in precedenza, oppure sono stati campionati da altri musicisti appositamente per l'occasione.
Il lavoro di DJ Shadow, a cui è stata affidata la realizzazione delle musiche, è stato un lavoro puramente mentale. Egli si è limitato a modellare demiurgicamente questi suoni, a sovrapporli, a modificarli. Questo gli ha permesso non solo una visione distaccata dal materiale sonoro, una visione dall'alto che lo ha portato a soluzioni inedite, sempre nuove, ma anche la possibilità di utilizzare una gamma di suoni più ampia di quella normalmente a disposizione.
Per gli Unkle tutto è musica.
Un rumore prodotto da un elettrodomestico non vale meno di una chitarra Heavy-Metal, così come una pubblicità televisiva non è meno musicale di una batteria Jazz.
Nello sterminato crogiolo musicale del nuovo millennio non c'è più differenza tra suono e rumore.
E questo modus operandi fa da sottofondo alle voci di spicco della Mowax chiamate a partecipare al progetto.
Thom Yorke dei Radiohead, Mike D dei Beastie Boys, Richard Ashcroft dei Verve, James Newstead dei Metallica, Kool G Rap e moltissimi altri, provenienti dai generi più disparati, hanno proposto e interpretato il loro pezzo così come sapevano fare. Il resto è opera del genio di DJ Shadow.
Ne sono nati alcuni piccoli capolavori contemporanei quali l'ottima Rabbit in Your Headlights, ballata post-moderna firmata Thom Yorke, Chaos, cantata dalla voce delicata della francese Atlantique, la potentissima Nursery Rhyme o Guns Blazing, esplosione rap vecchia maniera.
Un disco che va oltre qualsiasi catalogazione. Un disco che dimostra che la musica è tutt'altro che morta.
Grandioso.

lunedì 2 novembre 1998


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La scheda dell'album da Wikipedia:
Unkle - Psyence Fiction

Released29 September 1998
RecordedLondon, UK
GenreElectronica, downtempo, trip hop
Length54:57
LabelMo'Wax
ProducerDJ Shadow

Track listing

European and American release
No.TitleVocalsLength
1."Intro (Optional)" (Included on UK promotional slipsleeve only.)2:19
2."Guns Blazing (Drums of Death, Pt. 1)"  Kool G Rap5:01
3."UNKLE Main Title Theme"  3:24
4."Bloodstain"  Alice Temple5:57
5."Unreal"  5:10
6."Lonely Soul"  Richard Ashcroft8:56
7."Getting Ahead In The Lucrative Field of Artist Management"  0:56
8."Nursery Rhyme / Breather"  Badly Drawn Boy4:45
9."Celestial Annihilation"  4:44
10."The Knock (Drums of Death, Pt. 2)"  Mike D3:58
11."Chaos"  Atlantique Khan4:42
12."Rabbit in Your Headlights"  Thom Yorke6:20
13."Outro (Mandatory)"  1:06
14."Be There" (1999 UK bonus track.)Ian Brown5:15

Personnel

  • DJ Shadow – production
  • James Lavelle – vocals, engineering
  • Sie Medway-Smith, Jim Abbiss – engineering
  • Kool G Rap, Alice Temple, Richard Ashcroft, Damon Gough, Mike D, Atlantique Khan, Thom Yorke – vocals
  • Mark Hollis – piano
  • Jason Newsted – bass, theremin

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mercoledì 7 ottobre 1998

Franco Battiato - Gommalacca - La Recensione



E' uscito Gommalacca, il nuovo album di Franco Battiato.
Un disco complesso, contraddittorio, crocevia di generi diversi.
Il disco, dicevano, frutto della conversione di Battiato alla musica e alla cultura contemporanea, quella cultura fatta di sola forma e di stupidità contro cui lui stesso un tempo combatteva.
La situazione è, in realtà, molto meno radicale.
Se, infatti, molti sono gli elementi di innovazione di quest'ultimo lavoro, siamo ben lontani dal disco "Antibattiato" che le voci di corridoio preannunciavano.
Nuove sono le sonorità, che si avvalgono, tra l'altro, di collaboratori illustri quali Morgan dei Bluvertigo, Ginevra di Marco dei C.S.I., Andrea Pezzi o Madaski di Africa Unite, la cui influenza si fa sentire in modo consistente.
Nuovo è anche l'interesse per le nuove tecniche fotografiche digitali nella realizzazione grafica, incentrata su alcune opere di Carmelo Bongiorno, di Alex Majoli Magnum, di Masao Ota e di Karen Cipolla.
Ma in questa atmosfera giovanile, quasi "alla moda", irrompe la forte personalità di Battiato con il suo modo particolare di cantare, con i suoi testi (scritti sempre in coppia con il filosofo Manlio Sgalambro) fatti di ricordi, di citazioni colte o esotiche, di valori che tradiscono quanto egli sia al di fuori da questo mondo.
Le voci filtrate di Shock in my town (assieme a La preda uno dei momenti più felici dell'album) e di E' stato molto bello, le batterie campionate, le potenti chitarre di Quello che fu e de Il martello e la spiga, la linea melodica de La preda che ricorda quelle di Giovanni Lindo Ferretti, fino ad arrivare alla parte centrale di Shakleton (in cui si sconfina nei suoni elettronici londinesi tipo Underworld) non intaccano il lavoro del duo Sgalambro-Battiato.
Sembrano delle parti accessorie aggiunte in un secondo tempo quasi per rendere più moderno un lavoro che era stato già compiuto. Un lavoro autosufficiente. Un modo di fare musica a cui già da tempo l'artista aveva abituato.
Il risultato di questo ibrido è, comunque, un disco omogeneo, non sempre però, facilmente comprensibile al primo ascolto.
Nel complesso, anche se non credo che Gommalacca costituisca uno dei cardini della produzione di Battiato, sicuramente si distingue per questo tentativo di "ringiovanimento", un tentativo appena cominciato e che probabilmente raggiungerà più alte vette in seguito.

mercoledì 7 ottobre 1998


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Alla Ricerca del Vinile Perfetto



Di Franco Battiato ho scritto anche nel mio NUOVO BLOG. Clicca Qui
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La scheda dell'album da Wikipedia:
Gommalacca

ArtistaFranco Battiato
Tipo albumStudio
Pubblicazione18 settembre 1998
Durata44 min : 24 s
Dischi1
Tracce10
GenereMusica elettronica
Rock progressivo
Alternative dance
Musica leggera
EtichettaPolyGram
ProduttoreFranco Battiato
ArrangiamentiFranco Battiato

Tracce 

  1. Shock in my town - (testo: Franco Battiato, Manlio Sgalambro)
  2. Auto da fé - (testo: Franco Battiato, Manlio Sgalambro)
  3. Casta diva - (testo: Franco Battiato, Manlio Sgalambro)
  4. Il ballo del potere - (testo: Franco Battiato, Manlio Sgalambro)
  5. La preda - (testo: Manlio Sgalambro)
  6. Il mantello e la spiga - (testo: Manlio Sgalambro)
  7. È stato molto bello - (testo: Manlio Sgalambro)
  8. Quello che fu - (testo: Manlio Sgalambro)
  9. Vite parallele - (testo: Manlio Sgalambro)
  10. Shakleton - (testo: Manlio Sgalambro; testo tedesco: Fleur Jaeggy)
Musiche di Franco Battiato.

Crediti 

  • Morgan - basso, voce
  • Gavin Harrison - batteria, percussioni
  • Ru Catania - chitarra elettrica
  • Marco Pancaldi - chitarre, voce
  • Ginevra Di Marco - voce
  • Franco Battiato - chitarra elettrica, tastiere
  • Manlio Sgalambro - pianoforte finale in (3), voce recitante in (10)
  • Nicola Walker Smith - voce (2)
  • Andrea Pezzi - voce recitante in (4)
  • Fleur Jaeggy - voce in (10)
  • Madaski - registrazioni, assistito da Maurizio Andiloro
  • Pino "Pinaxa" Pischetola - registrazioni e missaggi, ritmiche e sintetizzatori in (10) e sintetizzatori in (2) e (6)

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mercoledì 9 settembre 1998

Marilyn Manson - Mechanical Animals - La Recensione


Di nuovo Marilyn Manson. Dopo i fasti di Antichrist Superstar e Smells Like Children torna una delle più spregiudicate e iconoclaste rock star Made in USA con un album nuovo di zecca.
Mechanical Animals (è questo il titolo del nuovo lavoro) uscirà in contemporanea mondiale il 15 settembre.
14 brani che si avvalgono delle sonorità cupe, sofferte e inquietanti così come si addice al marchio Marilyn Manson, ma in maniera più elaborata, essenziale nella struttura ma curato nei particolari. Un'evoluzione, la sua, che si fa sentire soprattutto nelle liriche. Basta con la religione. Basta con l'abuso di droga per assopire un conflitto interiore. In Mechanical Animals, Manson si sente dalla parte del giusto ed accusa la realtà circostante, una realtà falsa ed ipocrita. "Venendo a Hollywood" dice il cantante in una recente intervista" mi sono reso conto che la gente qui se ne sbatteva dei sentimenti. Erano umani solo in apparenza, non nella loro sostanza. E se non hai sentimenti ti muovi in maniera molto meccanica, da perfetto 'Mechanical Animal' ".
E di fronte ad un mondo che trascura la propria anima, egli si sente più che mai solo e impotente, e decide di scegliere la via delle allucinazioni, della droga e della musica per uscirne fuori.
In Disassociative canta: "Posso dirti cosa hanno detto nello spazio/ che la nostra terra è troppo grigia/ma quando lo spirito è così digitale/ il corpo agisce in questo modo./ Questo mondo mi sta uccidendo/…".
In I don't like drugs but the drugs loves me dice "Siamo in overdose e siamo pronti a cadere/ A diventare stupidi e a non pensare a niente/ io non amo le droghe, sono loro che vogliono me/…"
Un disco introverso, riflessivo. Marilyn non vuole insegnare nulla a nessuno, ha solo preso coscienza della propria posizione e del suo complesso rapporto con il mondo e, in particolare, con l'altro sesso.
Il disco rientra in un progetto più vasto che comprende anche un'autobiografia, scritta insieme all'amico Neil Strauss e già disponibile nelle librerie (La mia lunga strada dall'inferno, Sperling & Kupfer, 250pp, L.24.500), un film che lo stesso Manson sta scrivendo e di cui "Mechanical Animals" sarà la colonna sonora ed un tour che partirà a metà ottobre.
Moltissime idee nuove pronte ad esplodere.
E chi chiede a Marilyn Manson dove vuole arrivare lui risponde: "…diventare la più grande rock star al mondo".
Staremo a vedere.

mercoledì 9 settembre 1998


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La scheda dell'album da Wikipedia:

Mechanical Animals

ArtistaMarilyn Manson
Tipo albumStudio
Pubblicazione15 settembre 1998
Durata62 min : 30 s
Dischi1
Tracce15
GenereGlam rock[1][2][3]
Rock elettronico
Post-industrial
EtichettaNothingInterscope
ProduttoreMichael BeinhornMarilyn MansonSean Beavan
RegistrazioneThe White Room, Westlake Recording Studios e Conway Recording Studios

Tracce 

  1. Great Big White World - 5:01
  2. The Dope Show - 3:46
  3. Mechanical Animals - 4:33
  4. Rock is Dead - 3:09
  5. Disassociative - 4:50
  6. Speed of Pain - 5:30
  7. Posthuman - 4:17
  8. I Want to Disappear - 2:56
  9. I Don't Like the Drugs (But the Drugs Like Me) - 5:03
  10. New Model No. 15 - 3:40
  11. User Friendly - 4:17
  12. Fundamentally Loathsome - 4:49
  13. The Last Day On Earth - 5:01
  14. Coma White - 5:38
  15. Untitled (come traccia fantasma) - 1:22


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