E' uscito Gommalacca, il nuovo album di Franco Battiato.
Un disco complesso, contraddittorio, crocevia di generi diversi.
Il disco, dicevano, frutto
della conversione di Battiato alla musica e alla cultura
contemporanea, quella cultura fatta di sola forma e di stupidità
contro cui lui stesso un tempo combatteva.
La situazione è, in realtà, molto meno radicale.
Se, infatti, molti sono
gli elementi di innovazione di quest'ultimo lavoro, siamo ben lontani
dal disco "Antibattiato" che le voci di corridoio
preannunciavano.
Nuove sono le sonorità,
che si avvalgono, tra l'altro, di collaboratori illustri quali
Morgan dei Bluvertigo, Ginevra di Marco dei C.S.I., Andrea Pezzi o
Madaski di Africa Unite, la cui influenza si fa sentire in modo
consistente.
Nuovo è anche l'interesse
per le nuove tecniche fotografiche digitali nella realizzazione
grafica, incentrata su alcune opere di Carmelo Bongiorno, di Alex
Majoli Magnum, di Masao Ota e di Karen Cipolla.
Ma in questa atmosfera
giovanile, quasi "alla moda", irrompe la forte personalità
di Battiato con il suo modo particolare di cantare, con i suoi testi
(scritti sempre in coppia con il filosofo Manlio Sgalambro) fatti di
ricordi, di citazioni colte o esotiche, di valori che tradiscono
quanto egli sia al di fuori da questo mondo.
Le voci filtrate di Shock in my town (assieme a La preda uno dei momenti più felici dell'album) e di E' stato molto bello, le batterie campionate, le potenti chitarre di Quello che fu e de Il martello e la spiga, la linea melodica de La preda che ricorda quelle di Giovanni Lindo Ferretti, fino ad arrivare alla parte centrale di Shakleton (in cui si sconfina nei suoni elettronici londinesi tipo Underworld) non intaccano il lavoro del duo Sgalambro-Battiato.
Sembrano delle parti
accessorie aggiunte in un secondo tempo quasi per rendere più
moderno un lavoro che era stato già compiuto. Un lavoro
autosufficiente. Un modo di fare musica a cui già da tempo l'artista
aveva abituato.
Il risultato di questo
ibrido è, comunque, un disco omogeneo, non sempre però, facilmente
comprensibile al primo ascolto.
Nel complesso, anche se
non credo che Gommalacca costituisca uno dei cardini della produzione
di Battiato, sicuramente si distingue per questo tentativo di
"ringiovanimento", un tentativo appena cominciato e che
probabilmente raggiungerà più alte vette in seguito.
mercoledì 7 ottobre 1998
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La scheda dell'album da Wikipedia:
Gommalacca
Artista | Franco Battiato |
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Tipo album | Studio |
Pubblicazione | 18 settembre 1998 |
Durata | 44 min : 24 s |
Dischi | 1 |
Tracce | 10 |
Genere | Musica elettronica Rock progressivo Alternative dance Musica leggera |
Etichetta | PolyGram |
Produttore | Franco Battiato |
Arrangiamenti | Franco Battiato |
Tracce
- Shock in my town - (testo: Franco Battiato, Manlio Sgalambro)
- Auto da fé - (testo: Franco Battiato, Manlio Sgalambro)
- Casta diva - (testo: Franco Battiato, Manlio Sgalambro)
- Il ballo del potere - (testo: Franco Battiato, Manlio Sgalambro)
- La preda - (testo: Manlio Sgalambro)
- Il mantello e la spiga - (testo: Manlio Sgalambro)
- È stato molto bello - (testo: Manlio Sgalambro)
- Quello che fu - (testo: Manlio Sgalambro)
- Vite parallele - (testo: Manlio Sgalambro)
- Shakleton - (testo: Manlio Sgalambro; testo tedesco: Fleur Jaeggy)
Musiche di Franco Battiato.
Crediti
- Morgan - basso, voce
- Gavin Harrison - batteria, percussioni
- Ru Catania - chitarra elettrica
- Marco Pancaldi - chitarre, voce
- Ginevra Di Marco - voce
- Franco Battiato - chitarra elettrica, tastiere
- Manlio Sgalambro - pianoforte finale in (3), voce recitante in (10)
- Nicola Walker Smith - voce (2)
- Andrea Pezzi - voce recitante in (4)
- Fleur Jaeggy - voce in (10)
- Madaski - registrazioni, assistito da Maurizio Andiloro
- Pino "Pinaxa" Pischetola - registrazioni e missaggi, ritmiche e sintetizzatori in (10) e sintetizzatori in (2) e (6)
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