L'infinito.
Il nuovo album dei Litfiba.
Ed anche il loro nuovo modo di pensare.
Dopo la tetralogia che li
ha accompagnati per tutto questo decennio e che li ha visti
rivisitare i quattro elementi che nel medioevo si credeva
costituissero l'intera realtà (fuoco-El Diablo, terra-Terremoto,
aria-Spirito e acqua-Mondi sommersi), i Litfiba chiudono il millennio
con un album che abbandona il concetto di spazio per concentrarsi su
quello del tempo.
Il tempo che passa inesorabilmente, che cambia e
che fa cambiare.
Lontani dalle
febbricitanti ribellioni giovanili, il duo Pelù-Renzulli torna,
dunque, con un suono più morbido, più adatto alla situazione
attuale ma che non convince come un tempo.
Duole dirlo ma sembra che
ciò che già si respirava nel precedente Mondi Sommersi giunge qui
al suo culmine.
Quel momento inevitabile
in cui un artista perde quel qualcosa di magico che lo rende Artista
con la A maiuscola e diviene soltanto un imitatore di se stesso è
giunto anche per i Litfiba.
Piero Pelù si è
riconciliato con il mondo.
E questa pace interiore
gli ha fatto perdere quell'estro creativo che in passato aveva fatto
del suo gruppo uno dei capisaldi della musica italiana.
L'arte è espressione di
un conflitto interiore, è strettamente legata all'insoddisfazione
che spinge a cercare sempre qualcosa di nuovo, di migliore.
Questo processo nei
Litfiba sembra essere ormai svanito.
Il problema fondamentale
non sta tanto nel cosa dire, quanto nel come dirlo.
Il cambiamento di cui
parlavo prima offre a Pelù un'ottima materia per le sue canzoni ma
egli non sa sfruttarlo e si perde in immagini stereotipate che,
cantate dalla sua voce particolare, risultano persino ridicole.
Il testo di Mascherina o
l'analogia tra il suo viaggio interiore e quello del treno ne Il mio
corpo che cambia suonano piuttosto false all'ascolto.
Lo stesso vale anche per
la parte più strettamente tecnica-musicale. Le canzoni sono
costruite tutte su semplici giri di accordi in quattro quarti sui
quali si muove una voce e degli arrangiamenti estremamente lineari e
prevedibili, senza particolari sorprese.
Anche nei momenti più
felici del lavoro (Il mio corpo che cambia, Canto di gioia o Prendi
in mano i tuoi anni), non si va oltre la Hit orecchiabile di cui
abusare alla radio per poi essere presto dimenticata.
La situazione è
drammatica.
Anche quella che sembra
essere la vera novità del disco, l'avvicinamento a sonorità
elettroniche, risulta un tentativo piuttosto fallace di
ammodernamento di un sound ormai datato.
I Litfiba, infatti, invece
di ripensare la struttura delle canzoni in funzione di questi nuovi
suoni, li usano dall'esterno, come semplice abbellimento della loro
musica di sempre, per cui praticamente sono ininfluenti.
Il tutto è rifinito da
una grafica che sembra un'imitazione kitsch di altre copertine
simbolo della cultura giovanile e supercolorata oggi tanto in voga.
Sembra difficile pensare
che quelli che una volta erano una delle poche sicurezze della musica
italiana abbiano esaurito la loro vena artistica o che, peggio
ancora, abbiano iniziato a sottoporre il contenuto musicale al
prodotto commerciale, tuttavia se continuano su questa strada non
credo che i Litfiba abbiano più molte cose da dire.
Speriamo che almeno in futuro non continuino a proporci album come questo all'INFINITO. lunedì 8 marzo 1999
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Litfiba Tornate insieme
Con questo album i Litfiba iniziano un declino che li porterà a momenti musicali francamente dimenticabili segnati da scissioni e guerre tra bande rivali (fase raccontata da Elio e le Storie Tese nella loro Litfiba tornate insieme). Fortunatamente negli anni '10 è tornata la pace ed è iniziata una rivalutazione dell'apporto che il gruppo di Piero e Ghigo ha dato alla musica italiana.
Ho avuto l'occasione di parlare di questo apporto in due articoli pubblicati nel sito Alla Ricerca del Vinile Perfetto:
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La scheda dell'album da Wikipedia:
Infinito
Artista | Litfiba |
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Tipo album | Studio |
Pubblicazione | 22 gennaio 1999 |
Durata | 38 min : 44 s |
Dischi | 1 |
Tracce | 9 |
Genere | Pop Pop rock |
Etichetta | EMI Music Italy Sony Music (Ristampa 2010) |
Produttore | Ghigo Renzulli, Piero Pelù |
Registrazione | a Firenze, Italia |
Note | (vendite:1.000.000+) |
Tracce
Testi di Piero Pelù, musiche di Ghigo Renzulli.
- Il mio corpo che cambia – 4:00
- Mascherina – 4:09
- Sexy dream – 4:39
- Canto di gioia – 4:09
- Nuovi rampanti – 4:27
- Prendi in mano i tuoi anni – 3:55
- Vivere il mio tempo – 4:25
- Frank – 3:14
- Incantesimo – 5:43
Durata totale: 38:41
Formazione
- Piero Pelù - voce e pianoforte in "Vivere il mio tempo"
- Ghigo Renzulli - chitarra, voce addizionale e programmazioni
- Daniele Bagni - basso e voce addizionale
- Roberto Terzani - tastiere e campionamenti
- Franco Caforio - batteria
Altri musicisti
- Mara Redeghieri - voce in "Sexy Dream"
- Andrea Giuffredi - tromba e flicorno in "Il mio corpo che cambia"
- Federico Ferretti - Stile-Scratch in "Vivere il mio tempo", "Frank"
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