Ceci n'est pas un blog


Anche se ne ha tutto l'aspetto, questo non è un blog ma una raccolta di articoli di attualità musicale scritti da me tra il 1998 ed il 2000 e pubblicati su un giornalino locale.
All'articolo originale seguono le info sugli album tratte da Wikipedia.
Il blog è aggiornato all'11 settembre 2000 (giorno di consegna dell'ultimo articolo) e NON sarà mai più aggiornato.
Se ti piacciono le cose che hai letto qui, puoi trovarne delle altre sul mio nuovo blog musicale Alla ricerca del Vinile Perfetto oppure sulla pagina Facebook Vinile Istruzioni per l'Uso.

lunedì 8 marzo 1999

Litfiba - Infinito - La Recensione



IL SUONO CHE (NON) CAMBIA

L'infinito.
Il nuovo album dei Litfiba.
Ed anche il loro nuovo modo di pensare.
Dopo la tetralogia che li ha accompagnati per tutto questo decennio e che li ha visti rivisitare i quattro elementi che nel medioevo si credeva costituissero l'intera realtà (fuoco-El Diablo, terra-Terremoto, aria-Spirito e acqua-Mondi sommersi), i Litfiba chiudono il millennio con un album che abbandona il concetto di spazio per concentrarsi su quello del tempo. 
Il tempo che passa inesorabilmente, che cambia e che fa cambiare.
Lontani dalle febbricitanti ribellioni giovanili, il duo Pelù-Renzulli torna, dunque, con un suono più morbido, più adatto alla situazione attuale ma che non convince come un tempo.
Duole dirlo ma sembra che ciò che già si respirava nel precedente Mondi Sommersi giunge qui al suo culmine.
Quel momento inevitabile in cui un artista perde quel qualcosa di magico che lo rende Artista con la A maiuscola e diviene soltanto un imitatore di se stesso è giunto anche per i Litfiba.
Piero Pelù si è riconciliato con il mondo.
E questa pace interiore gli ha fatto perdere quell'estro creativo che in passato aveva fatto del suo gruppo uno dei capisaldi della musica italiana.
L'arte è espressione di un conflitto interiore, è strettamente legata all'insoddisfazione che spinge a cercare sempre qualcosa di nuovo, di migliore.
Questo processo nei Litfiba sembra essere ormai svanito.
Il problema fondamentale non sta tanto nel cosa dire, quanto nel come dirlo.
Il cambiamento di cui parlavo prima offre a Pelù un'ottima materia per le sue canzoni ma egli non sa sfruttarlo e si perde in immagini stereotipate che, cantate dalla sua voce particolare, risultano persino ridicole.
Il testo di Mascherina o l'analogia tra il suo viaggio interiore e quello del treno ne Il mio corpo che cambia suonano piuttosto false all'ascolto.
Lo stesso vale anche per la parte più strettamente tecnica-musicale. Le canzoni sono costruite tutte su semplici giri di accordi in quattro quarti sui quali si muove una voce e degli arrangiamenti estremamente lineari e prevedibili, senza particolari sorprese.
Anche nei momenti più felici del lavoro (Il mio corpo che cambia, Canto di gioia o Prendi in mano i tuoi anni), non si va oltre la Hit orecchiabile di cui abusare alla radio per poi essere presto dimenticata.
La situazione è drammatica.
Anche quella che sembra essere la vera novità del disco, l'avvicinamento a sonorità elettroniche, risulta un tentativo piuttosto fallace di ammodernamento di un sound ormai datato.
I Litfiba, infatti, invece di ripensare la struttura delle canzoni in funzione di questi nuovi suoni, li usano dall'esterno, come semplice abbellimento della loro musica di sempre, per cui praticamente sono ininfluenti.
Il tutto è rifinito da una grafica che sembra un'imitazione kitsch di altre copertine simbolo della cultura giovanile e supercolorata oggi tanto in voga.
Sembra difficile pensare che quelli che una volta erano una delle poche sicurezze della musica italiana abbiano esaurito la loro vena artistica o che, peggio ancora, abbiano iniziato a sottoporre il contenuto musicale al prodotto commerciale, tuttavia se continuano su questa strada non credo che i Litfiba abbiano più molte cose da dire.
Speriamo che almeno in futuro non continuino a proporci album come questo all'INFINITO. 

lunedì 8 marzo 1999

 
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Litfiba Tornate insieme

Con questo album i Litfiba iniziano un declino che li porterà a momenti musicali francamente dimenticabili segnati da scissioni e guerre tra bande rivali (fase raccontata da Elio e le Storie Tese nella loro Litfiba tornate insieme). Fortunatamente negli anni '10 è tornata la pace ed è iniziata una rivalutazione dell'apporto che il gruppo di Piero e Ghigo ha dato alla musica italiana.
Ho avuto l'occasione di parlare di questo apporto in due articoli pubblicati nel sito Alla Ricerca del Vinile Perfetto:
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La scheda dell'album da Wikipedia:
Infinito

ArtistaLitfiba
Tipo albumStudio
Pubblicazione22 gennaio 1999
Durata38 min : 44 s
Dischi1
Tracce9
GenerePop
Pop rock
EtichettaEMI Music Italy
Sony Music (Ristampa 2010)
ProduttoreGhigo Renzulli,
Piero Pelù
Registrazionea Firenze, Italia
Note(vendite:1.000.000+)

Tracce 

Testi di Piero Pelù, musiche di Ghigo Renzulli.
  1. Il mio corpo che cambia – 4:00
  2. Mascherina – 4:09
  3. Sexy dream – 4:39
  4. Canto di gioia – 4:09
  5. Nuovi rampanti – 4:27
  6. Prendi in mano i tuoi anni – 3:55
  7. Vivere il mio tempo – 4:25
  8. Frank – 3:14
  9. Incantesimo – 5:43
Durata totale: 38:41

Formazione 

  • Piero Pelù - voce e pianoforte in "Vivere il mio tempo"
  • Ghigo Renzulli - chitarra, voce addizionale e programmazioni
  • Daniele Bagni - basso e voce addizionale
  • Roberto Terzani - tastiere e campionamenti
  • Franco Caforio - batteria

Altri musicisti 

  • Mara Redeghieri - voce in "Sexy Dream"
  • Andrea Giuffredi - tromba e flicorno in "Il mio corpo che cambia"
  • Federico Ferretti - Stile-Scratch in "Vivere il mio tempo", "Frank"
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