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domenica 11 aprile 1999

Blur - 13 Thirteen - La Recensione



Esce 13, il nuovo album dei Blur. Ed è di nuovo rivoluzione.
Damon Albarn e soci sono uno dei pochi gruppi abbastanza coraggiosi o creativi da mettere in gioco la loro popolarità per esprimersi secondo le proprie ispirazioni e sentimenti.
Una delle band più brillanti della loro generazione che ha trascorso i suoi primi dieci anni di attività a dimostrare a se stessa che per essere vivi artisticamente bisogna sapersi rimettere in discussione, essere disposti a reinventarsi ed avere il coraggio di proporsi al di fuori degli schemi commerciali e dalle mode.
E proprio questa loro indipendenza e intraprendenza li ha portati ad essere uno dei gruppi protagonisti di quello che è conosciuto come Britpop.
Ma ogni etichetta non si addice ai Blur i quali, pur ottenendo nel 1995 il Brit Awards grazie a singoli ai vertici delle charts e, dunque, una popolarità tale da poter continuare a restare nell'Olimpo del commercio musicale riproponendo semplicemente lo stesso sound all'infinito, hanno intrapreso un processo di rigenerazione creativa orientato verso i confini più estremi della musica.
Un'evoluzione che ha raggiunto il suo culmine proprio con 13, il nuovo album inciso e mixato in collaborazione con William Orbit, grande guru della sperimentazione contemporanea.
"Questo disco ha il sound di una band che è diventata artisticamente libera", spiega il leader Damon Albarn, "è un primo passo verso una nuova direzione".
L'album esprime una maturità tecnica e una tranquillità d'animo raggiunta grazie alla determinazione di voler esprimere ciò per cui si è portati, nella forma più libera possibile da schemi e leggi di mercato.
Lontani dalle semplici "canzoncine alla Oasis", il disco fonde rock, gospel, pop e quanto di più occidentale esista, a battiti di mani, tamburi e strutture ritmiche provenienti da altre ispirazioni culturali.
Un percorso quasi mistico, radicale, denso, che cerca un paradiso sulla terra e lo rincorre con tenacia.
Da Tender, il primo singolo, inno epico e stravolgente, capace di intrigare anche l'ascoltatore più scettico, fino all'angosciato ma speranzoso blues di No distance left to run. Dal lo-fi pop di Coffee and TV, Battle e Mellow Song, di insolita e seducente poetica, fino a Trailerpark, una canzone alternativa, vibrante e coraggiosa scritta originariamente per una serie televisiva, che non ha alcun timore di portare avanti una sperimentazione musicale fatta solo per pochi avanguardisti.
Il risultato di 13 è un mondo sonoro complesso, che vede i Blur cimentarsi in un tipo di musica che non avevano mai fatto prima e richiamare, a volte inconsciamente, altre esperienze musicali seppur lontane dal loro abituale "campo di azione".
Non pochi sono i debiti di questo album nei confronti di un certo tipo di Pink Floyd e della musica progressiva e atmosferica degli anni '70, di Nick Drake, degli Staples Singer, degli U2 di Ruttle and Hum, nonché dei Kula Shakers, di Aphex Twin e degli altri sperimentalismi elettronici di fine millennio.
I Blur, dunque, esprimono il loro nuovo modo di fare musica riprendendo e riproponendo tutto un mondo musicale del passato e del presente, ormai interiorizzato e fatto proprio.

Un po' di storia dei Blur

13 è il sesto album della band.
Damon Albarn ed il chitarrista Graham Coxon fondarono ufficialmente il gruppo nel 1989, quando la casa discografica Food Records, sicura delle loro potenzialità, offrì loro un contratto.
Dopo alcuni singoli di successo come She So High e There's No Other Way, nel 1991 arriva il loro primo album: LEISURE, un confusionario miscuglio di suoni astratti, musicalità psichedeliche e beat-pop inglese, che si posiziona al settimo posto nella classifica di vendite inglesi.
Con il secondo album MODERN LIFE IS RUBBISH, la band propone un sound rinnovato e controcorrente rispetto all'orientamento Grunge imposto al mondo dai Nirvana di Curt Cobain. Grazie a questa instancabile voglia di innovare, all'energia rivoluzionaria mai esaurita e alla continua sete di nuovi mondi sonori, i Blur sono stati definiti dalla rivista Select, il miglior gruppo inglese dopo gli Smiths.
Ma è il terzo album, PARKLIFE che consacra la band come una delle massime espressioni del pop inglese di questo decennio e gli permette di entrare a far parte dell'identità culturale nazionale. Parklife è un lavoro affascinante, capace di vendere due milioni di copie in tutto il mondo, che conferisce ad Albarn e compagni una notorietà tale da porsi come antagonisti degli Oasis dei fratelli Gallagher, a cui il sound dell'album sembra avvicinarsi.
Dopo l'episodio minore di THE GREAT ESCAPE del 1995, esce nel 1997 l'album omonimo ed è una nuova metamorfosi.
Il disco segna una nuova trasformazione della band, che stavolta sembra rivolgere l'attenzione verso il rock d'oltreoceano, grezzo, dirompente, lontano dalla semplicità del pop inglese. Nell'album è presente il brano Song 2 che ancora oggi è il loro più grande successo ed una delle canzoni più rappresentative degli anni '90.
Dopo questo ulteriore successo c'era bisogno di una pausa per capire dove fossero arrivati e, soprattutto cosa avrebbero potuto fare dopo.
Mentre conducevano questa riflessione, i singoli elementi dei Blur hanno trovato il tempo per intraprendere una serie di avventure lavorative personali e individuali.
Il bassista Alex James ha fondato un gruppo insolito chiamato Fat Les insieme all'artista Keith Allen ed al Picasso dell'arte contemporanea inglese Damien Hirst. Il batterista Dave Rowntree si è dedicato all'informatica, Graham ha fondato Transcopic, una sua etichetta discografica, e Damon si è occupato di cinema, prima come attore nel film Face di Antonia Bird, poi come autore della colonna sonora del film successivo della Bird dal titolo Ravenous, composta insieme a Michael Nyman.
Con 13 la band sembra aver ritrovato energia e creatività.
Questo album rappresenta un ulteriore balzo avanti per la musica alternativa e pone le basi per un nuovo concetto di sperimentazione, dove niente è mai dato per certo ed acquisito, ma tutto può essere continuamente 'reinventato'.

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La scheda dell'album da Wikipedia:
13 (thirteen)

ArtistaBlur
Tipo albumStudio
Pubblicazione15 marzo 1999
Durata64 min : 09 s
Dischi1
Tracce13
GenereRock
Rock sperimentale
EtichettaFood Records, EMI
ProduttoreWilliam Orbit, Blur
Registrazioneestate-autunno 1998

Tracce 

  1. Tender - 7:40
  2. Bugman - 4:47
  3. Coffee & TV - 5:58
  4. Swamp Song - 4:36
  5. 1992 - 5:29
  6. B.L.U.R.E.M.I. - 2:52
  7. Battle - 7:43
  8. Mellow Song - 3:56
  9. Trailerpark - 4:26
  10. Caramel - 7:38
  11. Trimm Trabb - 5:37
  12. No Distance Left to Run - 3:27
  13. Optigan 1 - 2:34

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