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Anche se ne ha tutto l'aspetto, questo non è un blog ma una raccolta di articoli di attualità musicale scritti da me tra il 1998 ed il 2000 e pubblicati su un giornalino locale.
All'articolo originale seguono le info sugli album tratte da Wikipedia.
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mercoledì 2 giugno 1999

Favola di Adamo ed Eva - L’esordio di Max Gazzè - La Recensione


Lo spazio offertomi da Alternativa mi sta dando la possibilità di rendermi conto, in maniera sempre più cosciente, di quanto sia basso il panorama discografico attuale. Così basso che, in alcuni periodi dell’anno, è davvero difficile trovare un album di cui valga la pena di parlare.
E il periodo estivo, così come già qualche tempo fa scrivevo del periodo natalizio, è sicuramente uno di questi.
Un buon 80% degli album usciti negli ultimi giorni sono delle Compilation di brani di musica Dance, che sicuramente costituiranno la colonna sonora delle affollate spiagge estive, ma il cui valore estetico è, diciamo, trascurabile. Se ad esse sommiamo un ennesimo disco dei Pooh e una dozzina di dischi di alcune band USA e getta, direi che qualsiasi interesse per l’attività musicale viene praticamente azzerato.
Un cultore della musica potrebbe anche cadere in letargo nel periodo che va da maggio a settembre senza perdersi praticamente nulla.
E’ per questo che ho deciso di parlare di un disco in circolazione da già più di un mese ma di cui non se ne è parlato abbastanza.
Mi riferisco a “Favola di Adamo ed Eva”, il disco di esordio di Max Gazzè.
Dopo averlo conosciuto l’estate scorsa, quando cantava Vento d’estate al fianco di Niccolò Fabi, e dopo averlo visto quest’anno sul palco di Sanremo (sigh!), Max Gazzè esce allo scoperto con il suo lavoro solista.
Un’opera prima che però ha poco dell’opera prima.
Generalmente il primo album di un artista o di un gruppo è il frutto della maturazione avvenuta durante anni di sperimentazione e di esperienza acquisita soprattutto sul palco, per cui spesso è caratterizzato dall’originalità del materiale sonoro accompagnata però da arrangiamenti piuttosto rozzi, propri di chi non ha mai avuto a che fare con le sale d’incisione.
Il punto di forza delle quattordici tracce di “Favola di Adamo ed Eva”, invece, è proprio l’arrangiamento, strumentalmente elaborato ed impeccabile.
Ma ciò non deve stupire. Se, infatti, Max Gazzè è, per il grosso pubblico italiano, poco più di un nome appena uscito dall’anonimato, egli può in realtà vantare una decennale esperienza all’estero, sia come strumentista di importanti nomi soprattutto jazz, che come produttore e arrangiatore di musica elettronica.
Al contrario, però, la straordinaria virtuosità sinfonica non va sempre di pari passo con il genio compositivo e con i testi, scritti tutti in coppia con il fratello Francesco. A parte qualche piccolo capolavoro quali Una musica può fare e L’amore pensato, spesso i brani sono piuttosto sterili e comunque ci danno la sensazione di un qualcosa di già sentito.
Sicuramente è presente l’influenza di un certo tipo di cantautorato italiano anni ’70, influenza che a volte viene esplicitamente a galla, come in Cara Valentina; ma ancora più forte è l’influenza di un'altra corrente musicale che sta divenendo una vera e propria malattia della musica italiana.
Quella malattia che potremmo definire “ post-battiatismo”.
Introdotta qualche anno fa dai Bluvertigo e ripresa ora dai Soerba e altri, questa tendenza, che ha assunto Franco Battiato come figura profetica da adorare, cerca di riproporne in chiave moderna il suo stile.
Per cui su delle linee melodiche semplici ma inusuali, vengono cantati testi che, scritti da menti che si ritengono superiori alla media, sono dei resoconti di episodi quotidiani infarciti di particolari superflui (/…/accendo la tv sigaretta nella gola/quando la Playstation chiede al mondo di giocare ancora/esco senza chiudere la porta di casa/piove non ho l’ombrello e ho la scarpa bucata/... Nel verde); oppure delle lunghe speculazioni piene di citazioni colte il cui senso, però è lasciato alla libera interpretazione dell’ascoltatore (/…/ il riflesso sul lago di Kaman/mosso da un gelo pittoresco e inesatto/piega gli elementi in un comune respiro e sposa le nuvole/da pezzi di sereno a grappoli uniti all’Europa centrale/dove Geografia rimprovera meridiani/calca sull’equatore quale leader incontrastato punge con il picco le aree più basse/… L’origine del mondo); o, ancora, dei veri e propri discorsi filosofici-esistenziali (pensare mi rende pazzo e l’essere pazzi/mi fa pensare, mi fa pensare che per/pensare bisogna essere pazzi. Quando/penso, sono prigioniero di me stesso/e sono costretto dal mio povero/connettere elementare, elementare il/ mio misero camminare…/…/ Casi ciclici).
Un modo di comporre testi, questo, che spesso fa trasparire una presunzione non sempre lecita. Nonostante tutto “Favola di Adamo ed Eva” resta un buon disco e Max Gazzè un personaggio di cui risentiremo parlare.

mercoledì 2 giugno 1999

 

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La scheda dell'album da Wikipedia:
La Favola di Adamo ed Eva

ArtistaMax Gazzé
Tipo albumStudio
Pubblicazione1998
Dischi1
Tracce13
GenerePop

Tracce 

  1. La favola di Adamo ed Eva
  2. Vento d'estate
  3. Raduni ovali
  4. Cara Valentina
  5. L'amore pensato
  6. Nel verde
  7. Comunque vada
  8. L'origine del mondo
  9. Come si conviene (Bom-Pa')
  10. Casi ciclici
  11. Colloquium Vitae
  12. Autoironia
  13. Due apparecchi cosmici per la trasformazione del cibo
  14. Ghost Track - Etereo

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