IN DUST WE TRUST
A circa due anni dal loro ultimo album (Dig Your Own Hole), dopo aver vinto un Grammy Award per il miglior brano rock strumentale con la canzone Black Rockin’ Beats, due premi MTV Buzz e aver realizzato un album (Brothers Wonna Work It Out) dove remixavano i loro brani preferiti realizzati da altri artisti, tornano i Chemical Brothers con un lavoro nuovo di zecca.
A circa due anni dal loro ultimo album (Dig Your Own Hole), dopo aver vinto un Grammy Award per il miglior brano rock strumentale con la canzone Black Rockin’ Beats, due premi MTV Buzz e aver realizzato un album (Brothers Wonna Work It Out) dove remixavano i loro brani preferiti realizzati da altri artisti, tornano i Chemical Brothers con un lavoro nuovo di zecca.
Per gli amanti della musica elettronica, è sempre un piacere venire a sapere dell’uscita di un nuovo album del duo inglese, vero e proprio iniziatore del genere.
Anche dei guru di questo
genere musicale quali Fat Boy Slim e i Prodigy hanno più volte
ammesso che il loro lavoro sarebbe stato molto più difficile se i
Chemical Brothers non gli avessero spianato la strada.
Giovanissimi, Tom Rowlands
è del 1971 mentre Ed Simons è del 1970, i due si incontrano per la
prima volta all’inizio degli anni novanta a Manchester, entrambi dj
dell’Hacienda, la discoteca più cool d’Inghilterra.
Pochi mesi dopo decidono
di formare un gruppo, dapprima chiamato The Dust Brothers, poi
trasformatosi in Chemical Brothers.
Non è azzardato affermare che sono stati loro a trasformare la musica da discoteca da una serie di suoni rozzi, spesso retti dal solo kick di batteria, in un vero e proprio genere musicale in grado di fuoriuscire dal circuito dei locali underground e divenire delle vere e proprie hit alla portata di tutti.
E hanno fatto tutto questo
in pochissimo tempo, basti pensare che quello appena uscito è il
loro terzo album.
Surrender, questo è il
titolo del nuovo lavoro, presenta undici tracce in stile Chemical.
La radice è sempre la
stessa: base di suoni campionati da qualsiasi fonte sonora, con
l’aggiunta di suoni sintetizzati o di strumenti tradizionali, ma
stavolta tutto è più elaborato. Cambi di tempi più frequenti,
melodie meno scontate e distribuzione del tempo più razionale.
Il salto di qualità lo
troviamo già nel singolo che ha preceduto l’album Hey boy, hey
girl, ma è in altri brani del disco quali Let forever be, cantata da
Noel Gallagher, chitarrista degli Oasis, che aveva già collaborato
con loro nel precedente album, o in Surrender che da il titolo
all’album, o nella paranoica ma splendida Got Glint?, che danno il
meglio.
In un intervista concessa
qualche giorno fa dai Chemical ai fan sul loro sito ufficiale, Tom ha
spiegato qual è il segreto del loro successo.
“Ogni album è una
sfida”, dice “dobbiamo riuscire a fare sempre qualcosa di
migliore dell’album precedente, per dimostrare prima di tutto a noi
stessi che il nostro successo non è casuale, né una montatura dei
media…”
Poco dopo riconosce che
questo nuovo lavoro non ha deluso le loro aspettative “
Semmai,” aggiunge Ed, “siamo preoccupati perché la prossima
volta dovremo fare ancora meglio”.
Ma intanto hanno tutto il
diritto di godersi la gloria del nuovo successo.
Anche se sono del parere
che non bisogna mai abusarne.
Nella stessa intervista,
infatti, Ed sostiene che se da una parte la celebrità gli ha portato
indubbi vantaggi, dall’altra essa riserva molte scocciature, per
cui loro preferiscono frequentare le stesse persone e gli stessi
locali che frequentavano prima e fare sostanzialmente le stesse cose
che facevano prima di diventare i Chemical Brothers.
Come accade di solito le
canzoni sono tutte strumentali ed ogniqualvolta decidono di
aggiungere un testo ai loro brani, preferiscono chiamare altri
artisti che prestano la loro voce.
Oltre alla già citata Let
forever be cantata da Gallagher, abbiamo altre tre tracce cantate da
ospiti d’eccezione: Out of control cantata da Bernard Summer dei
New Order e Bobbie Gillspie dei Primal Scream, la ballata elettronica
Asleep From Day con la voce di Hope Sandoval dei Mazzy Star e Dream
On che chiude l’album
realizzata in
collaborazione di Jonathan Donahue dei Mercury Rev.
A metà strada tra Dj’s
e musicisti (anche se in realtà la loro tecnica musicale si limita
a spingere qualche pulsante e girare qualche manopola), tra la più
grande truffa degli ultimi anni e i geni sonori della fine del XX
secolo, i Chemical Brothers con Surrender, confermano di essere una
delle realtà più rilevanti della musica elettronica di oggi.
lunedì 5 luglio 1999
La scheda dell'album da Wikipedia:
Surrender
Artista | The Chemical Brothers |
---|---|
Tipo album | Studio |
Pubblicazione | 21 giugno 1999 |
Durata | 58 min : 01 sec |
Dischi | 1 |
Tracce | 11 |
Genere | Musica elettronica |
Etichetta | Virgin |
Produttore | The Chemical Brothers |
Registrazione | 1998 |
Tracce
- CD (Virgin 8476102 (EMI) / EAN 0724384761028)[1]
- Music Response – 5:20
- Under the Influence – 4:16
- Out of Control – 7:20 – (feat. Bernard Sumner)
- Orange Wedge – 3:07
- Let Forever Be – 3:56 – (feat. Noel Gallagher)
- The Sunshine Underground – 8:38
- Asleep from Day – 4:47 – (feat. Hope Sandoval)
- Got Glint? – 4:51
- Hey Boy Hey Girl – 4:30
- Surrender – 4:30
- Dream On – 6:46 – (feat. Jonathan Donahue)
Durata totale: 58:01
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